Narración de viaje in España. Cap. II

A Barcelona il mercato più famoso si chiama La Boqueria. Si trova sulle Ramblas, è grande e molto colorato. Turistico direi, infatti i prezzi sono altissimi e gli stranieri che vengono attratti qui si ritrovano spesso tra le mani soltanto un succo di mango o una porzione di ananas pagati oro!

Comunque vale la pena farci un salto. Si possono capire velocemente le abitudini alimentari degli spagnoli ed i loro prodotti principali. Il pescado, el jamon iberico, la frutas. Nei dintorni si trovano posticini dove fermarsi a mangiare. Posso consigliare il Bacaro e il Bar Lobo dove fanno un ottimo salmorejo (zuppa fredda di pomodoro e pane con jamon a julienne e uovo sodo).

Per l’aperitivo son tornata a Casa Martin e affettato la mortadella che mi ero portata. Servita col Martini e chips di vitellote noir era insuperabile.

Accanto ad uno dei principali ospedali di Barcellona c’è La taverna del Clinic, un ristorante che dall’aspetto non sembra molto invitante. Se non vi ci portano certo voi non ci entrate, sempre che lo troviate! Una sala stretta e lunga con gente e quadri appesi alle pareti, caotico, ci piazzano in un tavolo davanti ai servicios ma con vista sul passi tra cucina e sala. Lo chef sembra attraente nella sua divisa azzurra, ma io ho un debole per la categoria e potrei anche non essere molto obiettiva riguardo.

El señor Martin ordina per noi. La lista dei vini arriva sull’Ipad!!! È la prima volta che vedo una cosa del genere, geniale soprattutto per i maschi che adorano scegliere il vino e il giochetto tecnologico!

Portano una raciones de jamon servito col pan y tomate, un crostino con baccalà e salsa di ricci, un fegato a la plancha con frutta fresca. Degni di nota un trittico di baccalà di cui in particolare uno, quello panato e fritto servito con una ajoli, e un tocco di pancetta cotto a bassa temperatura con caviale appoggiato su crema di patate.

Per finire il cameriere ci ha proposto un moscati di Asti! Gli abbiamo riso in faccia!

Non felici di tutto questo e ancora troppo sobri siamo stati trascinati al Dry Martini, un locale che sembra uscito da un libro Hemingway. Camerieri in giacca bianca, lavagna luminosa col conteggio dei Martini serviti, servizio impeccabile e lista di Martini unica. Ho preso un Martini Wasabi molto digestivo e particolare! Attraversando le cucine si spunta in una sala buia con le pareti costellate di alcol; è il ristorante che hanno ricavato nel deposito. Sarà per la prossima volta!