Durante la Quaresima alcuni monaci che, per ragioni di salute, dovevano mangiare la carne, la consumavano nella loro camera (cammera in napoletano). Di conseguenza il “cammerare” prese il significato di mangiar grasso, mentre, al contrario, “scammerare” divenne sinonimo di mangiar magro.
Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, elaborò questo delizioso piatto quaresimale introducendo anche le acciughe, che la chiesa cattolica non considera carne.
Ingredienti per 2/3 persone
Vermicelli 300 g
olive Gaeta 100 g
capperi sotto sale 50 g
uvetta 50 g
pinoli 50 g
alici sotto sale ( volendo vanno bene anche sott’olio ) due o tre
olio EVO qb
aglio uno spicchio
sale pepe qb
prezzemolo
Portate a bollore l’acqua per la pasta, salatela leggermente e cuocete i vermicelli.
Scolateli molto al dente.
In una padella che conterrà poi anche la pasta, fate imbiondire l’aglio in 5/6 cucchiai di olio evo. aggiungete poi le olive snocciolate e tagliate a metà, i capperi sciacquati, l’uvetta ed i pinoli tostati; cuocete a fuoco dolce per qualche minuto, aggiungete poi le alici e fate cuocere ancora qualche minuto
Con questo sughetto ottenuto, dopo aver tolto l’aglio, condite i vermicelli, aggiungete un po di pepe e prezzemolo tritato e trasferite il tutto nella padella in cui avete preparato il condimento.
Cuocete la frittata a fuoco dolce facendola dorare sui due lati e anche sui bordi, inclinando la padella sul fuoco e facendola ruotare man mano che si forma la crosticina dorata.
Una volta cotta trasferite la frittata su un piatto ed attendete che sia tiepida per poterla tagliare.