Ognissanti vs Halloween

Abbandoniamo per un attimo la follia di Halloween che non ci appartiene e torniamo sulle nostre solide tradizioni.

Il primo di Novembre si celebra in tutto il mondo la festa di Ognissanti, una grande festa per la Cristianità seguita dal 2 di Novembre, Commemorazione dei Morti, una ricorrenza cristiana che affonda le sue radici in tempi remotissimi (fu istituita dall’abate di Cluny Odilo nel 998).

Nella notte tra l’1 e il 2 novembre le loro anime tornano dall’aldilà, con un lungo e faticoso viaggio, ed è per questo motivo che vengono imbandite tavole a cui i propri defunti trovano ristoro.
In tante regioni d’Italia, i bambini effettuavano anche la “questua”: in Sardegna, prima di cena, andavano a bussare alle porte delle case dicendo “Morti, morti” e ne ricevevano dolci, frutta secca e qualche volta anche denaro; in Abruzzo, invece erano i bambini più grandicelli a bussare alle porte delle case chiedendo offerte per le anime dei morti e ricevevano dolci e frutta fresca e secca; in Emilia Romagna la questua veniva fatta dai poveri, che bussavano alle porte chiedendo la carità per i morti e ricevendone cibo; in Puglia ragazzi e contadini bussavano alle case cantando una sorta di serenata alla ricerca dell’”aneme de muerte” (l’anima dei morti) e venivano fatti entrare in casa e rifocillati con vino, castagne e taralli.        Vi ricorda qualcosa???

Culinariamente parlando, ogni regione italiana ha legato anche alla tavola queste due ricorrenze. Si tratta per la maggior parte di ricette a base di prodotti di stagione come la zucca, le castagne, la verza, il maiale, legumi – soprattutto fave e ceci- e frutta secca. In Liguria si usa mangiare carne di pollo il giorno dei Santi per tenere fede al proverbio “Santi senza becco Natale poveretto.”

I dolci però sono senz’altro il cibo rituale più conosciuto: ogni area geografica infatti ha i suoi dolci tipici che richiamano già dal nome queste celebrazioni.

Fave dei Morti:

100 gr di farina
200 g di mandorle sbucciate
20 gr di pinoli tritati
100 g di zucchero
30 g burro
1 uovo
cannella
rosolio q.b.

Ridurre in polvere le mandorle ed i pinoli e mescolare a tutti gli altri ingredienti aggiungendo 1 o 2 cucchiai di rosolio.
Lavorare bene l’ impasto in modo che risulti omogeneo.
Accendere il forno a 180° e foderare una teglia con un foglio di carta oleata.
Stendere la pasta su una superficie leggermente infarinata, ricavare un rotolino che taglierete in pezzetti grandi come una grossa nocciola e che schiaccerete col palmo della mano in modo da ottenere delle piccole fave spesse circa 1 cm.
Porre sulla teglia precedentemente preparata. Fare cuocere per circa 10-15 minuti finché facendo attenzione a che non brucino data la loro piccola misura.
  Sfornare, staccandole con delicatezza e far raffreddare.